Cuccioli e socializzazione

Cuccioli e socializzazione

Cuccioli Piccolo Levriero Italiano e socializzazione. Allevamento Lupavaro

Cuccioli e socializzazione. Per noi è importante che i cuccioli vengano anche in contatto con altre razze e gatti.  I nostri cuccioli crescono insieme ai cani Rescue, si abituano sin da piccoli alla presenza di cani di altre razze/taglie.  Tanto sole, tanto movimento e anche le lotte tra cuccioli, fanno sì che crescano tutti nel migliore dei modi, socializzando anche con altre razze e mettendo su una muscolatura eccellente. Nel gruppo, i cuccioli imparano anzitutto il linguaggio “canino”, importante per evitare “equivoci” nella loro futura vita. La socializzazione da cuccioli è molto importante per il Piccolo Levriero Italiano. Essa serve per non fraintendere e per non essere frainteso, una volta che sarà adulto. Un cane che capisce bene anzitutto la PROPRIA lingua, saprà in futuro leggere i segnali lanciati da altri cani e comportarsi di conseguenza. Questo è uno dei motivi per cui non cediamo i cuccioli prima dei 3 mesi di vita, in modo che la socializzazione possa essere incrociata, cioè sia con il branco canino che con quello umano e ovviamente l’ambiente esterno, esplorando il mondo durante le nostre passeggiate al guinzaglio, naturalmente dopo le dovute vaccinazioni.

E quando possono “traslocare” ? 

Per favore, non chiedetemi di cedervi un cucciolo a 60 gg, solo perché ENCI lo permette. Noi non faremmo mai perdere ai nostri piccoli quanto descritto nel paragrafo precedente. Non somministriamo farmaci alle mamme che allattano, le nostre femmine sono libere di allattare i cuccioli finché vogliono. La natura poi segue il suo corso e lo svezzamento sarà graduale e avverrà in modo del tutto naturale. Così facendo, i cuccioli non saranno mai separate fisicamente dalle mamme. La femmina sceglie in modo autonomo quando allontanarsi dai piccoli, lei ha sempre dei posti “irraggiungibili per i piccoli”, dove può rilassarsi, quando vuole staccare un po’  la spina o mangiare un premietto senza “intrusi”  

Cuccioli e socializzazione, Allevamento Lupavaro
Piccoli Levrieri Italiani dal 2006

I nostri cuccioli di Piccolo Levriero Italiano da noi imparano anche ad andare al guinzaglio, rilassati ed in compagnia della mamma e dei fratellini. CEdiamo ogni cucciolo con il suo collarino e guinzaglio, fatto su misura, oltre alla copertina con l’odore della mamma e dei fratellini. Impareranno presto a fidarsi anche della nuova famiglia  ma non pretendete che vi seguano dal primo giorno: voi aspettavate da settimane l’arrivo del cucciolo e lo amavate già da tempo. Il cucciolo questo non lo sa! Per lui sarete, inizialmente, semplicemente degli estranei. Ci vuole dunque pazienza per far si che il piccolo si fida di voi. Onde evitare stress a cane e famiglia, consigliamo di munirVI , inizialmente , di una morbida pettorina antifuga (doppia H) e un collare per levrieri che calzi su misura

La grande eredità dei levrieri

La grande eredità dei levrieri 

Riassunto e traduzione a cura di Valeria Rocco per l’allevamento “Lupavaro”

Premesso che sono tedesca vorrei qui di seguito pubblicare la traduzione di uno scritto, tratto da “Das große Windhunderbe” che contiene un articolo, sempre in lingua tedesca, pubblicato nel   “Zuchtbuch des DWZRV 1963/196450″, scritto dalla Signora Pia Pfleger, titolare dell’allevamento ” Springinsfeld” La riproduzione, la pubblicazione e la distribuzione, totale o parziale di questa traduzione sono espressamente vietati in assenza di una autorizzazione scritta, giacché il lavoro di ricerca e la seguente traduzione dalla lingua originale è un lavoro lungo e meticoloso.

Piccolo Levriero Italiano
ringrazio l’artista romana Paola Marinangeli per aver messo a disposizione alcune delle sue opere per illustrare questo scritto.

La grande eredità dei levrieri

Carlo I nel 1624 portò dalla Francia i primi esemplari in Inghilterra, la sua intenzione era quella di incrociali con alcune razze terrier per dare vita ad un cane da caccia di elegante statura. Questi tentativi furono fatti anche nelle generazioni successive, dando vita alla razza Whippet.

Durante la Rivoluzione inglese a la decapitazione di Carlo I, tutti i cani furono rubati e sparsi per tutto il territorio. In Germania la razza ha conquistato grandi onori grazie a Federico il Grande, che non era mai senza la compagnia dei suoi piccoli levrieri italiani;  doveva averne tra  40 e 80 esemplari.

Federico il Grande di Prussia adorava i Piccoli Levrieri Italiani. Le sue preferite si chiamavano “Biche” (†1752) ed “Alkmene” (†1785). Sebbene nei quadri, che raffigurano “il vecchio Fritz”, i cani al suo fianco sembrano essere di dimensioni maggiori ma questo è da attribuire al fatto, che i Pittori cercavano di dare maggiore effetto ai quadri aumentando la mole dei levrieri raffigurati.
Ecco una statua che lo raffigura con “Alkmene” e “Hasenfuss”
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Alkmene la levrierina preferita del Re

Alkmene la preferita del Re

Questa storia meravigliosa narra di un Piccolo Levriero Italiano, Alkmene.  Se amate i Piccoli Levrieri Italiani, questa storia  vi farà emozionare. Alkmene prenderà vita nei vostri cuori, dove vivrà per sempre. Buona lettura!

Traduzione a cura di Valeria Rocco per l’allevamento Lupavaro.
La riproduzione, la pubblicazione e la distribuzione, totale o parziale di questa traduzione sono espressamente vietati in assenza di una autorizzazione scritta, giacché il lavoro di ricerca e la seguente traduzione dalla lingua originale è un lavoro lungo e meticoloso.
Scritto originale: Bruno Frank, Werke, 1. Lesebuch. Werke, Lesebuch mit ausgewählten Auszügen aus Erzählungen und Novellen von Bruno Frank 1945
Illustrazioni: ringrazio l’artista romana Paola Marinangeli per aver messo a disposizione alcune delle sue opere per illustrare questo scritto. 

Due anni prima della sua morte, già segnato dall’età avanzata, il vecchio Fritz, (ndr: “Fritz” è il sopranome tedesco di Federico II) come ogni anno, tenne la grande parata della sua grande truppa slesiana. Si soffermò qualche istante e si guardò attorno, con un’espressione molto insoddisfatta e corrugata. Il suo umore, durante tutta la manifestazione di quest’anno, era terribile. Non parlò con nessuno, il suo atteggiamento era freddo e distaccato, ai limiti della maleducazione. Durante la cena ignorò persino Lafayette e dopo un’ora di disagio scomparve dalla tavolata. “Non è arrivata nessuna missiva?” chiese nel silenzio, con la sua voce alta e accattivante, spesso in contrasto con le parole taglienti. Un aiutante, frettolosamente fece un passo avanti per fare rapporto. Non era arrivata alcuna nuova missiva.

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